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Società Scientifica di Psicoanalisi e Gruppoanalisi Italiana

Scuola di specializzazione in

Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica

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Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica

 

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EVIDENZE SPERIMENTALI

Una delle questioni più controverse e dibattute nella comunità scientifica da sempre è stata quella relativa alla scientificità della psicologia dinamica e soprattutto della psicoterapia psicoanalitica.
 

Freud ne “Il problema dell’analisi condotta dai non medici” del 1927 sostiene che nella psicoanalisi è esistito fin dall’inizio un legame molto stretto fra terapia e ricerca”. Questo concetto espresso da Freud, come per la verità è successo a molti altri suoi enunciati, è stato stravolto dopo la sua morte e gli effetti di tale stravolgimento gli sono stati attribuiti; ciò ha generato e mantenuto per un diversi decenni il convincimento che la psicoanalisi non debba essere sottoposta a ricerche di alcun genere, in quanto detentrice di verità assoluta. Altri pensatori hanno sostenuto l’impossibilità di utilizzare metodi e criteri sperimentali per valutare una prassi terapeutica che si basa su costrutti quali relazioni, transfert e inconscio.
 

Gli psicoanalisti più illuminati si dedicarono comunque alla ricerca, nonostante tali resistenze. Tra i primi studi ricordiamo quelli fatti da O. Fenichel al Berliner Psychoanalytische Poliklinik nel 1930, da E. Jones alla London Psychoanalytic Clinic nel 1936, da F. G. Alexander alla Chicago Psychoanalytic Clinic nel 1937.
 

Molto ambizioso è stato lo Psychotherapy Research Project eseguito dalla Menninger Foundation di Topeka iniziato nel 1954 e che per alcuni pazienti ha ricoperto un follow-up con un arco temporale di quasi trent’anni. Esso ha dimostrato in modo inoppugnabile l’efficacia della psicoterapia psicoanalitica.
 

A prescindere da questi tentativi sporadici, solo negli ultimi tre decenni, all’interno dell’ambiente psicodinamico, si è andata progressivamente rafforzando l’opinione che la psicoanalisi debba essere sottoposta a protocolli di verifica che ne sanciscano la validità terapeutica. Tale cambiamento di posizione è stato reso evidente dalla pubblicazione nel 1999 della prima edizione del volume curato da Peter Fonagy “An open door review of outcome studies in psychoanalysis”, che presenta una dettagliata rassegna sull’efficacia della psicoanalisi come metodo terapeutico. Da allora vi sono state molte altre pubblicazioni del genere, tra le quali va citato, sia per l’interesse che per la per la vastità degli studi contenuti nonché per aver documentato in modo particolareggiato l’efficacia di tale terapia, il volume “La psicoterapia psicodinamica basata sulla ricerca”, la cui edizione italiana è stata curata da V. Lingiardi e F. Del Corno.
 

Gli studi effettuati ad oggi in sintesi giungono in modo quasi univoco alle seguenti conclusioni:
- la psicoanalisi e le diverse psicoterapie psicoanalitiche ottengono risultati simili;
- sia la psicoanalisi che le psicoterapie psicoanalitiche contengono più elementi supportivi di quanto supposto;
- tanto le tecniche orientate perlopiù all’insight quanto quelle di tipo supportivo hanno la stessa efficacia.

 

Gli studi di ultima generazione propongono inoltre la lettura del processo psicoterapeutico grazie alla convergenza con le neuroscienze. Questa strategia di ricerca mira ad accrescere la validità e l’attendibilità delle informazioni ottenute con l’utilizzo delle nuove tecnologie quali PET e RMF. Si tratta di studi particolarmente raffinati da un punto di vista metodologico e concettuale tra i quali spicca il recente contributo di J. Shedler dal titolo “The efficacy of the psychodynamic psychotherapy”; in esso viene sottolineato come l’efficacia della terapia psicodinamica sia sostenuta da chiare evidenze risultanti dalla RMF grazie alla quale si possono visionare gli effettivi cambiamenti che sono avvenuti o che avvengono all’interno della struttura cerebrale del paziente che rispettivamente abbia effettuato o stia effettuando una psicoterapia psicoanalitica.
 

La ricerca gruppoanalitica si è mossa verso la fondazione di un apparato meta-psicologico relazionalmente orientato, riprendendo ma non esaurendo il suo studio nella rielaborazione dell’originaria proposta di S. Foulkes. Per quanto riguarda la ricerca empirica sui gruppi essa è stata affrontata fino ad ora, a livello internazionale, da pochi gruppi di ricerca, tra i quali il nostro (Lo Verso e coll.), in Italia. Va anche detto che esiste, oggi, un network italiano sulla ricerca empirica in psicoterapia psicodinamica di gruppo che comprende una quarantina di ricercatori. La ricerca sui gruppi si presenta particolarmente complessa ma, forse proprio per questo, innovativa e stimolante.

 

 

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