Scuola di specializzazione in
Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica
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METODOLOGIA E TECNICHE
La metodologia di riferimento della Scuola è di chiaro stampo Psicoanalitico, con riferimenti ai classici contenuti freudiani arricchiti dai successivi sviluppi sia intrapsichici che relazionali integrati dagli apporti gruppoanalitici, in particolare quelli relativi al modello Soggettuale, come esplicitato al punto Tradizione Scientifica.
Il modello della scuola punta ad un approccio alla sofferenza umana che, rivolgendo la propria attenzione ai disagi di natura psicologica e psicopatologica, valuta in primo piano le profonde interconnessioni tra aspetti consci e inconsci in quanto espressione sia dell'esperienza individuale, sia del manifestarsi della complessità dei campi interpersonali che attraversano il singolo.
GRUPPOANALISI
Nel gruppo terapeutico, ogni individuo può esprimere i propri gruppi interni, mettendoli in gioco tramite lo scontro/incontro con le gruppalità interne degli altri soggetti. Il gruppo terapeutico è un luogo altro, dove si possono creare dei campi mentali condivisi, dove il rapporto tra individuo e gruppo permette la creazione di spazi di “verità”. Il gruppo coinvolge, trascina, “mescola”, diventa luogo di scambio affettivo, di condivisione dell’esperienza emotiva, di universalizzazione della sofferenza umana. Esso consente il confronto con l’Alterità, conduce altrove, mostra che la sofferenza e la paura non sono un’esclusiva, ne rivela il volto umano, consente di apprendere, di confrontarsi con esperienze mai avute prima (anche al terapeuta), di scoprire il valore della reciprocità. Generalmente, quando si parla di un gruppo analitico “classico” ci si riferisce a una struttura di lavoro composta da circa sei/otto persone, basata su una metodologia specifica, con parametri specifici e sull’utilizzo dell’astinenza intesa come trasparenza e possibilità comunicativa.
Appare importante soffermarsi su due concetti trasversali al lavoro analitico gruppale (e che proprio il lavoro analitico di gruppo ci ha consentito di sviluppare) ossia i concetti di campo contransferale e di spazio senza. Il campo contransferale si forma quando, data la situazione pienamente relazionale in cui si è immersi, il gruppo analitico attiva non più "il transfert" ma un intreccio di dinamiche transferali che non ripropone più soltanto il passato (lì e allora) ma, insieme a questo, fa emergere le dinamiche inconsce attuali sia venutesi a creare tra i componenti del gruppo nel qui e ora sia quelle venutesi a creare in altri contesti relazionali nel li e ora. Un altro aspetto fondamentale di questo concetto (che lo distingue da quello di transfert classicamente inteso) è lo spazio concesso alla dinamica "esplorativa" rispetto a quella "archeologica"; ciò significa che il lavoro del gruppo non è finalizzato solo al ritrovamento di qualcosa che esiste già, ma alla scoperta di ciò che non è mai esistito nell’esperienza del paziente, delle sue parti "non nate" perché non previste da quello che viene definito "universo identificatorio".
A tale dimensione esplorativa si lega il concetto di spazio senza, cioè di quel difficile momento di smarrimento e tristezza che segna la fine “del già noto" e il profilarsi dell’ignoto. Lo spazio senza prelude l'accesso al senso che ha determinato lo strutturarsi di alcuni funzionamenti della personalità dei pazienti e il riconoscimento dei bisogni nascosti dietro ad essi o alle manifestazioni sintomatologiche.
Il terapeuta ha, in primo luogo, il compito di selezionare con attenzione i pazienti per la terapia di gruppo. L’equilibrio del gruppo è fondamentale nel viaggio terapeutico per cui risulta essenziale la competenza del terapeuta nel selezionare e preparare i pazienti a tal fine. Parallelamente a ciò, è compito del terapeuta comunicare regole e norme che guidano le interazioni tra i pazienti del gruppo. Da questo punto di vista oltre agli aspetti formali e oggettivabili legati alle variabili di set molto importante è la costruzione della matrice dinamica del gruppo. Essa dipende alla partecipazione attiva dei singoli membri intesa come disponibilità all’auto-svelamento, al sostegno, alla libera espressione di pensieri ed emozioni, ecc. Senza la partecipazione e l'attivo impegno dei pazienti il terapeuta non potrebbe raggiungere gli esiti sperati. Per questo, nella fase di fondazione del gruppo, egli assume un atteggiamento più attivo che nel proseguo della terapia.
La composizione del gruppo e la fondazione della matrice gruppale sono prerequisiti fondamentali affinché sia possibile immergersi nel “qui e ora” della terapia e procedere nel delicato compito di chiarificazione del processo. Compiti del gruppoanalista sono inoltre l’osservazione dei "modelli" tipici e ciclici di comportamento dei pazienti, l’interpretazione del significato e delle motivazioni ad essi soggiacenti e l’individuazione delle relazioni tra il “qui e ora”, il “la e allora” ed il "lì e ora”.